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QUARTIERE “MARINA”

Descrizione

QUARTIERE  “MARINA”

Nell’Alto Medioevo, i Licatesi si insediarono all’interno della cinta muraria, nei pressi del mare, dove il borgo “Marina” era parte integrante della città.  La presenza umana all’interno della Marina è documentata già nel IX sec. d.C. con la presenza degli Arabi, i quali hanno lasciato tracce nella cultura, nel linguaggio e nel cibo;  per questo motivo viene anche chiamato il “Quartiere Arabo della Marina”.  A questo periodo sono legate le vicende del castello a mare Limpiados, chiamato dagli Arabi “Lenbiadh”, che cambiò nome in San Giacomo durante la riconquista della Sicilia e di Licata da parte dei Cristiani.

La Marina è composta da una fitta rete di strade strette e di vicoli, dove chi non conosce il quartiere è facile che si perda. Accanto alle piccole case dei pescatori e della gente di mare, i nobili eressero i loro palazzi, creando nell’insieme degli angoli veramente suggestivi.

Si consiglia una visita completa all’interno del borgo dove verrai avvolto dalla brezza marina e dalle tradizioni del rione e, tra tanti vicoli, ti ritroverai nella piazzetta San Girolamo, con l’omonima chiesa del XV secolo, nota soprattutto per la ricorrenza del Venerdì Santo e, continuando a girovagare nella parte più moderna del quartiere, giungerai al Santuario dell’Addolorata.

La via Sant’Andrea rappresenta il càssaro della città medioevale. Con l’incrocio di via Donna Agnese e di via Martinez vengono a formarsi i quattro canti della città, ancora oggi chiamati nel dialetto licatese “i quattru cantuneri”.

In via Martinez si trova la casa di Rosa Balistreri, la cantante folk licatese che da giovane viveva e cantava all’interno del quartiere. La via prende il nome dal palazzo Martinez, edificio che risale tra il XVII e il XVIII sec. Di esso rimangono il portale e il cortile interno dove sono presenti delle colonne lisce con capitelli d’ordine dorico.

In via Sant’Andrea sono situati:

Palazzo Platamone è sicuramente il palazzo più antico del quartiere, che risale alla seconda metà del XVI sec. Degli elementi originali permangono due balconi seicenteschi, sostenuti da cinque grosse mensole a mascheroni, il portale e parte dell’interno. Sul portale è evidente lo stemma di famiglia sormontato da una corona baronale.

Lasciato il palazzo Platamone, si nota la casa che, secondo la tradizione, nel marzo 1220 ospitò Sant’Angelo quando venne a Licata.

Palazzo Trigona, dall’interessante ampio portale che presenta sull’arco lo stemma della famiglia, rappresentato da un’aquila coronata con le ali aperte e sul petto è inciso uno scudo, contenente un triangolo equilatero e una stella cometa.

Svoltando a sinistra per via Collegio si possono visitare gli ultimi monumenti:

Collegio di Maria con l’annessa chiesa, voluta dalla nobile famiglia Serrovira per accogliere le suore, sul cui portale campeggia lo stemma di famiglia. La chiesa, ormai sconsacrata, ospita un suggestivo presepe meccanico realizzato dal gruppo folkloristico “A Lanterna” che nel periodo natalizio, viene visitato da numerose persone.

Portale del palazzo Celestri è l’unico elemento che rimane dell’edificio. Sul portale è riportato lo stemma di famiglia: uno scudo coronato con una mezza luna. Tale stemma ha indotto i Turchi, durante le loro invasioni, a non distruggere il palazzo, perché ritenuto della loro nazionalità.

Il quartiere “Marina” negli ultimi anni è stato valorizzato con la realizzazione di numerosi murales dal tema marinaresco e peschereccio ed in onore di personaggi locali, come Rosa Balistreri e lo storico prof. Calogero Carità.

Al suo interno vengono spesso organizzati degli eventi di richiamo, come il presepe vivente, degustazioni e vari spettacoli, nonché la manifestazione “Insieme” che vede numerose associazioni, artisti ed artigiani animare con stand il quartiere.

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